Il Premio – XIV Edizione (2005)

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Il Premio Ugo Betti per i giovani si svolge, come ormai di consueto, nell’anno in cui non c’è quello più importante dedicato alla drammaturgia. Sabato 22 maggio 2004 nella sala consiliare del Palazzo Bongiovanni, sede del Comune di Camerino, si è tenuta la cerimonia di premiazione del Premio artistico-letterario “Ugo Betti per i giovani”, edizione 2004. La giuria, composta da Eulalia Caterina Mura (presidente), Giuseppe De Rosa, Pierfrancesco Giannangeli, Donatella Pazzelli e Alberto Pellegrino, all’unanimità, ha espresso i seguenti giudizi: 

Scuola Elementare – Sezione poesia
1° Premio: “La guerra” di Niccolò Gentilucci classe V Scuola elementare “De Amicis” – Pieve Torina Motivazione: La composizione emerge per l’attualità drammatica del tema e per la sensibilità nei confronti dell’evento espressa con i sentimenti di un bambino.

2° Premio: “La morte degli uccellini” di Annarita Boldrini classe IV Scuola elementare “De Amicis” – Pieve Torina Motivazione: Il rapporto tra l’uomo, la natura e la morte è analizzato con la delicatezza e la sensibilità dell’infanzia.  Scuola Media Inferiore –

Sezione poesia Premio: “Autunno a Camerino” di Daniele Maraviglia Classe III A Scuola media “G. Boccati” – Camerino Motivazione: Il testo rievoca vagamente sensazioni bettiane legate all’ambiente camerinese. 

Scuola Media Inferiore – Sezione narrativa
1° Premio assoluto Ugo Betti per i giovani 2004: “L’alba della speranza” di Paolo Compagnucci (foto sotto) Classe III A Scuola media “G. Boccati” – Camerino Motivazione: Il giovanissimo autore tocca un tema difficile – quello del viaggio dei clandestini verso una nuova speranza – con profonda sensibilità e misura. Dal punto di vista tecnico il racconto si segnala per il rigore strutturale, per la capacità di sintesi, per l’uso consapevole della punteggiatura e per l’eleganza del linguaggio.

Segnalazione: “Lorenzo” di Andrea Magini Classe II Scuola media “L. Allevi” – Camerino Motivazione: Il tema dell’emigrazione, con le lacerazioni che provoca, viene analizzato con una discreta tensione fino a una conclusione velata di malinconia. 

Scuola Media Superiore – Sezione contributo critico
Segnalazione: “Guerra: dolore al di sopra di tutte le ideologie politiche” di Riccardo Bonacucina, Sara Fiorgentili, Andrea Orpianesi Classe IV L Liceo Sociopsicopedagogico e linguistico “C. Varano” – Camerino Motivazione: Gli autori del lavoro, pizzicando le corde della recensione, una tecnica che dimostrano di conoscere con una buona approssimazione, analizzano le tematiche del film “Bengasi” mettendole in relazione alla drammatica attualità della guerra.

Scuola Media Superiore – Sezione Drammatizzazioni in testo scritto o rappresentazione in video

Premio speciale della Giuria: “Una Magnifica Domenica di Settembre” di Daniele Particelli (foto sotto) Classe IV L Liceo Sociopsicopedagogico e linguistico “C. Varano” – Camerino Motivazione: Il premio speciale della Giuria del Premio artistico-letterario “Ugo Betti per i giovani” viene assegnato al trattamento e alla sceneggiatura intitolata “Una Magnifica Domenica di Settembre”, liberamente ispirati alla commedia di Ugo Betti “Una bella domenica di settembre” per l’impegno dimostrato dal giovane autore nel ridurre il testo di teatro a una sintesi adattabile al linguaggio televisivo.

 

All’inizio dell’anno 2005 la nuova Amministrazione comunale e il rinnovato Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti rendono reso noto il bando della XIV edizione del “Premio Ugo Betti per la drammaturgia”. Tre le sezioni in cui si articola il concorso: drammaturgia; studi e ricerca; tesi di laurea. Alla prima possono partecipare opere teatrali (inedite) di autori italiani e stranieri viventi, di data non antecedente il 1° gennaio 2000. Sono ammesse anche opere già rappresentate, purché non pubblicate. Alla seconda sezione invece sono ammessi studi ed edizioni critiche e/o commentate di testi, saggi brevi in rivista, estratti di atti congressuali, editi tra il 1° gennaio 2000 e il 31 maggio 2005 e che abbiano come oggetto specifico d’analisi uno o più aspetti dell’opera bettiana. Infine, per quanto riguarda la terza sezione è possibile presentare tesi di laurea discusse in università italiane o straniere dal 1° giugno 2000 al 31 maggio 2005, aventi per oggetto l’attività letteraria e teatrale di Ugo Betti, la sua formazione culturale o la sua vita.

La giuria del Premio è formata da Renzo Tian (presidente), docente universitario, critico teatrale, presidente della Fondazione Thèatre des Italiens e già commissario straordinario dell’ETI; Claudia Cannella, direttore responsabile della rivista teatrale “Hystrio”; Marco De Marinis, docente di storia del teatro e dello spettacolo al Dams di Bologna; Enrico Maggi, attore, autore teatrale e insegnante di recitazione; Massimo Marino, giornalista, studioso e critico teatrale; Anna Maria Monteverdi, docente a contratto di Teoria e Storia della Scenografia al DAMS di Imperia e Paolo Puppa, docente di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia. Il Premio gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Macerata e delle Università degli Studi di Camerino e Macerata.

Alla scadenza del termine per partecipare alla XIV edizione del “Premio Ugo Betti per la drammaturgia” si registra una partecipazione eccezionale: 249 opere per la sezione drammaturgia, 3 per la sezione studi e ricerche e 6 tesi di laurea.

La cerimonia di premiazione della XIV edizione si tiene sabato 22 ottobre alle ore 17,30 al Teatro Filippo Marchetti di Camerino, con la conduzione del giornalista Franco Di Mare.

Vincitore della sezione “Drammaturgia” è “Otello il nivuru Di Mazzaria”
di Francesco Randazzo (Roma). Motivazione: Otello è un pescatore extracomunitario, un nero che si è perfettamente integrato a Mazara del Vallo, anzi “del Valium”, diventando un’autorità cittadina incaricata di occuparsi degli emigrati clandestini che sbarcano a Lampedusa, da lui in segreto cucinati e inscatolati a puntino. La gelosia che scatena il tragicomico finale questa volta non ha per pomo della discordia Cassio ma Emilia, la moglie di Iago, accusata di rapporti omosessuali con Desdemona, mentre è proprio Iago, travestito spesso da donna, a fare frequenti e insistenti avances a Otello (motivo del resto già implicito in Shakespeare). Tra gambe tagliate e teste mozze in un crescendo volutamente inverosimile, il finale è in due tempi: nel primo, Otello e Iago la fanno franca, addossando i delitti ai soliti extracomunitari (nonostante la testimonianza della testa mozzata ma parlante di Desdemona); nel secondo finale, raccontato epicamente da Emilia, i due delinquenti hanno quello che si meritano: Otello è ucciso in carcere e Iago viene fatto fuori dalla stessa Emilia che getta l’asciugacapelli nella vasca da bagno. Questo testo, spudoratamente trash, che può dividere i lettori, è apprezzabile per il modo in cui riscrive e attualizza la tragedia del Moro, facendola precipitare in una spirale di eccessi truculenti-grand guignoleschi scopertamente inverosimili e volutamente intrisi di un gusto kitsch figlio del degenerato immaginario televisivo che ci circonda. Grazie anche a un dialetto siciliano molto lavorato teatralmente e di non difficile comprensibilità, capace di muoversi su più registri stilistici ed espressivi, e grazie soprattutto all’alternarsi sapiente di racconto e di dialoghi, il testo costruisce una drammaturgia che ammicca a più generi popolari e bassi, siciliani e non, dalle vastasate ai pupi, dal grand guignol, appunto, all’avanspettacolo, senza dimenticare gli spietati ritratti di una società allo sbando dei “cinici” film di Ciprì e Maresco e dei colorati musical nella Vucciria di Roberta Torre. Premio: Assegno di € 2.500, medaglia “Canemarino” realizzata dal M° Gino Marotta e pubblicazione dell’opera con la Bulzoni Editore. Vengono segnalati i testi “Kitsch Hamlet”
di Saverio La Ruina (Castovillari – CS). Motivazione: Un Amleto che non si vede mai in versione meridionale, contemporanea, realistica. Amleto non parla, vuol vedere solo la madre, è fuori di testa da quando è andato a fare un “master” in Inghilterra. I suoi tre fratelli sono un campionario dei ventenni di oggi: rozzi, sbracati, violenti, ma anche mammisti e attaccati all’idea del decoro e dell’ordine familiare. La molla del testo sta nell’orrendo ma coerente ritratto dei tre portatori di violenza: è un ritratto che conosciamo.

Premio: Medaglia bettiana realizzata dal M° Gino Marotta e il testo “L’orchestra Di Belzec” di Franco Celenza (Paullo – MI). Motivazione: Poetica ma realistica partitura teatrale, tra voci e musica, nel recupero della memoria collettiva del campo di sterminio nazista di Belzec tra il 1942 e il 1943. La ricerca di una “oggettività” del racconto, degli eventi tragici, si unisce alla toccante e cruda descrizione di ciò che accadde a uomini, donne e bambini, di chi ciò subì la tortura della segregazione, la tortura della camera a gas e la tortura della speranza. Lo scenario in cui si muovono vittime e carnefici mostra efficacemente la follia dell’odio e della guerra.  Premio: Medaglia bettiana realizzata dal M° Gino Marotta. Gli altri testi finalisti sono: “Presto o tardi” di Anna Siccardi (Milano), “La donna che ride” di Fabrizio Bajec (Viterbo) e “La luna in fondo al pozzo” di Tommaso Santi (Prato).

Nella sezione “Studi e ricerca” viene segnalato il lavoro “Ugo Betti, Novelle edite e rare”
a cura di Alfredo Luzi (Porto San Giorgio – AP). Motivazione: La Giuria desidera attribuire una segnalazione al volume “Ugo Betti, Novelle edite e rare” a cura di Alfredo Luzi con il contributo di Lia Fava Guzzetta, Carla Carotenuto e Massimo Fabrizi. Il riconoscimento è rivolto all’iniziativa editoriale (Metauro Edizioni) volta a recuperare e presentare in una pubblicazione organica tutti i testi (editi e inediti) di Ugo Betti con adeguato corredo critico e bibliografico. Premio: Medaglia donata dalla Regione Marche.

La vincitrice della sezione “Tesi di laurea” è la dott.ssa Clelia Fasce che ha discusso la tesi “I testi italiani pubblicati su “”Sipario”” (1946-1951) – Università degli studi di Genova Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in lettere Moderne (Relatore prof. Franco Vazzoler). Motivazione: La tesi della dott.ssa Clelia Fasce percorre e analizza i testi di alcuni autori pubblicati su “Sipario” dal 1946 al 1951, accompagnati da commenti critici ai testi e alle rappresentazioni. La scelta che l’autrice fa degli scrittori (letterati, drammaturghi, autori poco noti), la collocazione di ciascuno di loro nel contesto storico-culturale, la fortuna o l’insuccesso delle rappresentazioni, il rapporto non sempre facile tra teatro e letteratura, trovano nell’ampio capitolo dedicato a Ugo Betti una sintesi molto acuta e documentata, un autentico contributo critico a un ritratto dell’autore e dei suoi rapporti con la cultura e la società del tempo. Premio: assegno di 1.500 euro e medaglia donata della Presidenza della Repubblica.

Il Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, organo istituito dal Comune di Camerino per organizzare tutte le attività legate al progetto di riscoperta dell’autore e composto da: Gianluca Pasqui (Presidente), Pierfrancesco Giannangeli (Direttore), Massimo Altobelli, Giuseppe De Rosa, Michela Di Paolo, Massimo Fabrizi, Fiorella Paino e Donatella Pazzelli (Segretaria), nel luglio del 2007 predispone il bando della XV edizione del Premio che si articola in due sezioni: drammaturgia e tesi di laurea.

Lo stesso Centro si attiva per allacciare una serie di contatti (Musicultura, Accademia delle Belle Arti) e organizzare dei piccoli eventi legati a Betti in città e nel capoluogo di provincia fino alla giornata conclusiva del Premio fissata per il 31 maggio 2008.

 

Vincitore sezione “Drammaturgia”
OTELLO IL NIVURU DI MAZZARIA
di Francesco Randazzo , di Roma


Motivazione
Otello è un pescatore extracomunitario, un nero che si è perfettamente integrato a Mazara del Vallo, anzi “del Valium”, diventando un’autorità cittadina incaricata di occuparsi degli emigrati clandestini che sbarcano a Lampedusa, da lui in segreto cucinati e inscatolati a puntino. La gelosia che scatena il tragicomico finale questa volta non ha per pomo della discordia Cassio ma Emilia, la moglie di Iago, accusata di rapporti omosessuali con Desdemona, mentre è proprio Iago, travestito spesso da donna, a fare frequenti e insistenti avances a Otello (motivo del resto già implicito in Shakespeare). Tra gambe tagliate e teste mozze in un crescendo volutamente inverosimile, il finale è in due tempi: nel primo, Otello e Iago la fanno franca, addossando i delitti ai soliti extracomunitari (nonostante la testimonianza della testa mozzata ma parlante di Desdemona); nel secondo finale, raccontato epicamente da Emilia, i due delinquenti hanno quello che si meritano: Otello è ucciso in carcere e Iago viene fatto fuori dalla stessa Emilia che getta l’asciugacapelli nella vasca da bagno. Questo testo, spudoratamente trash, che può dividere i lettori, è apprezzabile per il modo in cui riscrive e attualizza la tragedia del Moro, facendola precipitare in una spirale di eccessi truculenti-grand guignoleschi scopertamente inverosimili e volutamente intrisi di un gusto kitsch figlio del degenerato immaginario televisivo che ci circonda. Grazie anche a un dialetto siciliano molto lavorato teatralmente e di non difficile comprensibilità, capace di muoversi su più registri stilistici ed espressivi, e grazie soprattutto all’alternarsi sapiente di racconto e di dialoghi, il testo costruisce una drammaturgia che ammicca a più generi popolari e bassi, siciliani e non, dalle vastasate ai pupi, dal grand guignol, appunto, all’avanspettacolo, senza dimenticare gli spietati ritratti di una società allo sbando dei “cinici” film di Ciprì e Maresco e dei colorati musical nella Vucciria di Roberta Torre.

Premio
Assegno di € 2.500, medaglia “Canemarino” realizzata da Gino Marotta e pubblicazione dell’opera con la Bulzoni Editore.

Altobelli Tian Pasqui Sindaco francesco randazzo

KITSCH HAMLET
di Saverio La Ruina , di Castovillari (CS)


Motivazione

Un Amleto che non si vede mai in versione meridionale, contemporanea, realistica. Amleto non parla, vuol vedere solo la madre, è fuori di testa da quando è andato a fare un “master” in Inghilterra. I suoi tre fratelli sono un campionario dei ventenni di oggi: rozzi, sbracati, violenti, ma anche mammisti e attaccati all’idea del decoro e dell’ordine familiare. La molla del testo sta nell’orrendo ma coerente ritratto dei tre portatori di violenza: è un ritratto che conosciamo.

Premio
Medaglia bettiana realizzata da Gino Marotta.



L’ORCHESTRA DI BELZEC
di Franco Celenza , di Paullo (MI)


Motivazione

Poetica ma realistica partitura teatrale, tra voci e musica, nel recupero della memoria collettiva del campo di sterminio nazista di Belzec tra il 1942 e il 1943. La ricerca di una “oggettività” del racconto, degli eventi tragici, si unisce alla toccante e cruda descrizione di ciò che accadde a uomini, donne e bambini, di chi cioè subì la tortura della segregazione, la tortura della camera a gas e la tortura della speranza. Lo scenario in cui si muovono vittime e carnefici mostra efficacemente la follia dell’odio e della guerra.

Premio
Medaglia bettiana realizzata da Gino Marotta.

PRESTO O TARDI 
di Anna Siccardi , di Milano

LA DONNA CHE RIDE
di Fabrizio Bajec, di Viterbo

LA LUNA IN FONDO AL POZZO
di Tommaso Santi , di Prato

Ugo Betti, NOVELLE EDITE E RARE
a cura di Alfredo Luzi , di Porto San Giorgio (AP)

Motivazione
La Giuria desidera attribuire una segnalazione al volume “Ugo Betti, Novelle edite e rare” a cura di Alfredo Luzi con il contributo di Lia Fava Guzzetta, Carla Carotenuto e Massimo Fabrizi. Il riconoscimento è rivolto all’iniziativa editoriale (Metauro Edizioni) volta a recuperare e presentare in una pubblicazione organica tutti i testi (editi e inediti) di Ugo Betti con adeguato corredo critico e bibliografico.

Premio
Medaglia donata dalla Regione Marche.

“I TESTI ITALIANI PUBBLICATI SU “”SIPARIO”” (1946-1951)”
di CLELIA FASCE

Università degli studi di Genova
Facoltà di Lettere e Filosofia
Corso di Laurea in lettere Moderne
(Relatore prof. Franco Vazzoler)

La tesi della dott.ssa Clelia Fasce percorre e analizza i testi di alcuni autori pubblicati su “Sipario” dal 1946 al 1951, accompagnati da commenti critici ai testi e alle rappresentazioni. La scelta che l’autrice fa degli scrittori (letterati, drammaturghi, autori poco noti), la collocazione di ciascuno di loro nel contesto storico-culturale, la fortuna o l’insuccesso delle rappresentazioni, il rapporto non sempre facile tra teatro e letteratura, trovano nell’ampio capitolo dedicato a Ugo Betti una sintesi molto acuta e documentata, un autentico contributo critico a un ritratto dell’autore e dei suoi rapporti con la cultura e la società del tempo.

Premio
Assegno di 1.500 euro e medaglia donata della Presidenza della Repubblica.
.Clelia Fasce

       franco_di_mare                 renzo tian

 

  • Presidente Renzo TIAN – docente universitario, critico teatrale, presidente della Fondazione Théatre des Italiens, già commissario straordinario dell’Ente Teatrale Italiano (ETI);
  • Claudia CANNELLA – direttore responsabile della rivista teatrale “Hystrio”;
  • Marco DE MARINIS – docente di storia del teatro e dello spettacolo al Dams di Bologna;
  • Enrico MAGGI – attore, autore teatrale e insegnante di recitazione;
  • Massimo Marino – giornalista, studioso e critico teatrale;
  • Anna Maria MONTEVERDI – docente a contratto di Teoria e Storia della Scenografia al DAMS di Imperia;
  • Paolo PUPPA – docente di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia.