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Ugo Betti
Nacque il 4 febbraio 1892 a Camerino. Il padre, medico condotto, nel 1901 fu nominato direttore dell’ospedale municipale di Parma e Ugo Betti, che aveva allora 9 anni, si trasferi’ a Parma con i genitori e li’ ricevette l’istruzione secondaria.
Il fratello Emilio, di due anni piu’ anziano e che sarebbe diventato un insigne giurista, fu lasciato a Camerino presso i nonni cosicche’ l’educazione di Ugo fu quella di solito riservata ad un figlio unico. 
Prima di lasciare il Liceo per studiare legge all’Universita’ di Parma, l’interesse di Betti per la letteratura trovo’ una concreta espressione in una libera traduzione in versi dell’Epithalamium di Teti e di Peleo di Catullo che fu pubblicata a Camerino nel 1910. 
Poco prima di arrivare alla laurea, l’Italia, nel maggio del 1915, entro’ in guerra.
Betti si arruolo’ immediatamente nell’esercito come “volontario ciclista” e quando, pochi mesi dopo l’esercito territoriale fu sciolto, fece domanda di ammissione all’Accademia Militare di Torino da cui usci’ nel febbraio 1916 come ufficiale di artiglieria.
Dopo la guerra, reduce anche da una prigionia in Germania, Betti decise di riprendere gli studi legali e negli anni venti presto’ servizio come pretore nella cittadina di Bedonia vicino a Parma ed in altri centri rurali della regione e poi divenne magistrato nella stessa Parma.
A quel periodo risalgono la pubblicazione del suo primo libro di versi, Il re pensieroso (1922) costituito da poesie scritte nel periodo di prigionia, il primo volume di racconti, Caino (1928) e la composizione dei primi tre drammi: La padrona (1926), La casa sull’acqua (1928) e L’isola meravigliosa (1929).
Nel 1930, dopo il matrimonio, si trasferì a Roma per ricoprire il ruolo di giudice della Corte d’Appello.
Nel 1932 pubblica per Mondadori il suo secondo volume di liriche, Canzonette-la morte e nel 1937, presso lo stesso editore, la terza ed ultima raccolta di poesie, Uomo-donna.
Numerosi sono i suoi lavori drammatici di questo periodo, tra i quali ricordiamo Corruzione al palazzo di giustizia (1944) e Delitto all’isola delle capre (1950), che verranno rappresentati nei teatri di tutto il mondo con enorme successo.
Gli ultimi anni di Betti trascorsero senza avvenimenti di rilievo. Lavorò per breve tempo come archivista nel Palazzo di Giustizia e poi come consulente legale per la SIAE. La maggior parte delle sue energie mentali, pero’, erano dedicate alla composizione di drammi teatrali e di articoli di terza pagina per i giornali italiani.
Ugo Betti e’ morto a Roma il 6 giugno 1953, per un tumore, all’eta’ di 61 anni.
 

(liberamente tratto da “Ugo Betti. Viaggio nella memoria 1892-1953” edito dal Centro Studi Internazionali Ugo Betti, Roma 2001)